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Come Registrare Programmi Sky Online

Questo servizio disponibile per chi ha l’abbonamento a Sky e il pacchetto MySky, permette di consultare online la guida tv e di mettere a registrare un programma inviando il comando al proprio decoder. Servizio molto utile se si è ad esempio in viaggio e si vuole registrare un film o altro.

Iniziamo andando sul sito Sky e inseriamo il nostro username e la nostra password dando successivamente l’invio. Apparirà nel riquadro dove abbiamo inserito username e password il vostro nome e cognome, se ciò accade vuol dire che l’autenticazione è andata a buon fine. Ora clicchiamo sulla scritta in alto Guida Tv.

Una volta entrati nella giuda tv cliccate sulla scritta Griglia Programmi. Ci apparirà una schermata con tutti i canali sky e con l’orario in alto che noi andremo a cambiare utilizzando le apposite frecce laterali. In alto ci sono dei riquadri che ci permettono di cambiare giorno, di filtrare per genere i canali o di filtrare per categoria.

Una volta trovato il programma che si vorrà registrare, cliccateci sopra, e apparirà subito una schermata a destra con una breve recensione del programma. Un pò più in basso troveremo tre pallini blu con funzioni diverse. Clicchiamo sul quello centrale e apparirà una schermata che ci chiederà di confermare la registrazione.

Se si possiedono più smart card è necessario selezionare quella del decoder che deve registrare il programma. Controlliamo sia tutto giusto e infine clicchiamo su conferma e ci apparirà un messaggio riguardante l’esito dell’operazione.

La procedura è quindi semplice, in caso di problemi è possibile seguire questo articolo sul servizio clienti di Sky pubblicato su questo blog per contattare l’azienda e risolvere il problema.

Si tratta di un servizio sicuramente utile, specialmente quando non si ha la possibilità di guardare una trasmissione a cui si è interessati nell’orario previsto.

Category: Guide

Come Sostituire Schermata di Avvio di Windows

In questa guida ti insegnerò come personalizzare il computer modificando il logo boot (il simbolo di windows con la barra di caricamento) e la schermata di logon (la finestra in cui inseriamo la password di accesso all’account utente), intervenendo sui file originali.

Nel nostro sistema operativo Windows abbiamo la possibilità di modificare ogni cosa, sfondi, icone, puntatori, ma per quanto ci sforziamo di cercare nelle impostazioni le uniche cose che restano sempre immutate sono le schermate di avvio Windows. La soluzione per modificare questi elementi c’è e, di seguito vi insegnerò come fare.

Prima di tutto installiamo i due software gratuiti che ci consentiranno di effettuare le modifiche, li possiamo trovare gratuitamente sul sito della casa produttrice www.stardock.com. Dopo aver fatto ciò avvieremo Bootskin, nella parte bassa della finestra è presente una galleria di immagini che mostra gli screen di boot predefiniti del software. Per ampliare la scelta possiamo cliccare su View BootSkin Gallery.

A questo punto verrà caricato il sito www.wincustomize.com dove potremo trovare e scaricare altre immagini boot; fatto ciò torneremo a BootSkin e cliccheremo su Add New BootSkin per importare il file scaricato. Dalla galleria del software possiamo selezionare la foto di anteprima e cliccare Apply This BootSkin per poi chiudere il programma.

Avviamo ora LogonStudio e per creare una schermata personalizzata di logon clicchiamo Create, in Name specifichiamo un nome per lo screen e in Author digitiamo il nostro nome o un nickname. Clicchiamo ora Browse, scegliamo una fotografia o un’immagine a nostra scelta per poi premere Save. A questo punto la schermata da noi creata dovrebbe essere disponibile all’interno della galleria del programma. Ci basterà selezionarla e cliccare su Apply. Una volta riavviato il pc il gioco è fatto.

Category: Guide

Come Chiudere le Schede Inattive in Chrome

Dopo la nascita di Internet, irrimediabilmente sono nati anche i browser, dei programmi che permettono la visualizzazione delle pagine web; andando avanti questi si sono evoluti, ed evolvendosi hanno portato a nuove funzionalità , come il flash, l’Html5, il supporto di estensioni e la navigazione a schede.

La navigazione a schede è stata a detta di tutti la rivoluzione più grande nel mondo browser, infatti dopo che è stata per prima da IBrowse e poi da Opera, tutti i più famosi browser si sono adeguati a questa tecnologia, a partire da Mozilla Firefox a Internet Explorer.

Ma la navigazione a schede porta sempre ad una cosa, cioè a decine e decine di tab aperti senza nessuna utilità apparente, oppure a decine di tab aperte ad inizio sessione che rimaniamo li inattive, e non abbiamo nemmeno la forza di chiuderle tutte.

Ma grazie ad una semplice estensione, compatibile con Google Chrome, potremmo far chiudere al browser le tab che non stiamo utilizzando, facendole chiudere dopo un periodo di tempo stabilito da noi; questo plugin si chiama Tan Wrangler.

Questa estensione fa proprio quello che abbiamo descritto prima, praticamente dopo un lasso di tempo definito da noi una o più tab aperte si chiuderanno automaticamente, liberando memoria ram e cpu .

Dopo aver installato l’estensione nel nostro Chrome dovremmo configurare il plugin affinchè chiuda le tab dopo un tempo da noi stabilito; per farlo dovremmo andare nelle opzioni dell’estensione e inserire il valore, cliccando poi ok ; inoltre potremmo evitare la chiusura accidentale di una tab cliccando sull’icona di Tan Wrangler e poi cliccando sull’opzione tab lock.

Category: Programmi

Come Convertire Audio e Video

Sono davvero molti i software ed i servizi online, disponibili gratuitamente, che permettono di convertire file video e audio.
Alcuni di questi strumenti di conversione, anche se gratuiti, sono molto validi ed offrono una miriade di funzionalità.

Tra tutti, un tool degno di nota è sicuramente Free Media Converter, un ottimo convertitore audio/video, ovviamente gratuito, molto completo e facile da usare.

Il programma, compatibile con Windows supporta molti formati per la conversione audio/video, nello specifico

INPUT MP4 (MPEG-4, H.264), AVI (xVid, DivX), MKV, ASF, VOB, MPG, WMV, MP2, FLV, SWF, MOV, MP3, AIFF, AMR, AU, FLAC, AAC, AC3, M4V, WAV, WMA, MP2, OGG ed altri meno conosciuti.

OUTPUT MPEG-4, H.264/MPEG-4 AVC, DivX, XviD, AVI, MOV, M4V, MPEG-1, MPEG-2, 3GP, 3GPP, ASF, FLV, SWF, VOB, WMV, MKV, DV, Super VCD, VCD , DVD e HD video.

AUDIO MP3, OGG, WAV, AAC, FLAC, M4A, MP2, AC3, AIFF, AMR, WMA.

Prima di cominciare a utilizzare Free Media Converter sarà necessario seguire questa breve guida:

Per prima cosa è necessario effettuare il download del programma dalla homepage del servizio e lanciare l’installazione mediante l’apposito installer.

Durante la fase d’installazione sarà mostrata una schermata in cui viene proposto di installare componenti aggiuntivi.

Vi suggeriamo di evitare di farlo e per fare ciò sarà necessario togliere la spunta nelle caselle “Imposta mio predefinito in homepage”, “Installa Toolbar” e “Imposta mia ricerca predefinita”. Cliccate poi su Rifiuta.

Una volta installato il software Free Media Converter, sarà possibile convertire i propri file audio/video in pochi semplici passi

Scegliere il formato di conversione in output desiderato.

Effettuare l’upload del file di riferimento dall’hard disk, da un DVD o direttamente dalla Webcam del computer.

Personalizzare il video da convertire utilizzando i diversi strumenti di editing che il programma mette a disposizione. Per esempio è possibile dividere il file (o unirlo ad un’altro), cambiarne il contrasto, la luminosità, la saturazione e molto altro ancora.

In ultimo, bisognerà avviare la conversione video e audio e attendere.

Molto interessante.

Category: Guide

Gruppo di Continuità – Come Scegliere

I gruppi di continuità, cui si fa solitamente riferimento con la sigla ups (Uninterruptible Power Supply) assolvono a due compiti altrettanto importanti: fornire energia elettrica di qualità standard (filtrata da cali o sovratensioni, microinterruzioni, rumore ad alta frequenza e altro) e supplire in caso di mancanza della tensione di rete per un tempo che sia almeno adeguato a proteggere il lavoro in corso e permettere un corretto spegnimento del sistema.

Di queste due mansioni, annullare i disturbi e assicurare il giusto livello di tensione è quello compiuto più di frequente. La corrente di rete delle nostre case e uffici ha una tensione di 220 Volt e opera in regime alternato con oscillazioni di 50 Hz.

Disegnando l’andamento desiderabile nel tempo della tensione, vedremmo una preciso onda sinusoidale con 50 oscillazioni per ogni secondo. Malgrado ciò ci sono nella realtà innumerevoli fattori per cui quest’onda non si mantiene costante ma mostra delle irregolarità come sovratensioni, e sottotensioni o presenta altre anomalie, definite brevemente come “rumori”, che ne cambiano la forma.

L’accensione o lo spegnimento di grossi apparecchi elettrici (per esempio i condizionatori) causano variazioni improvvise di corrente che possono condizionare rischiosamente l’integrità dei delicati componenti all’interno dei computer (o sui dati, altrettanto delicati).

Una volta deciso l’acquisto di un apparato ups, è necessario conteggiare l’utilizzo dei dispositivi che si vorranno allacciare. Per far ciò, è imprescindibile cercare sulle etichette i consumi, solitamente indicati in Watt.

Per ottenere poi la potenza consumata in VA (Volt Ampere, l’unità di misura della potenza più idonea quando si ha a che fare con apparecchiature elettroniche), bisogna moltiplicare i Watt per il coefficiente empirico di 1,4.

Se invece sulle etichette è riportata la corrente massima in Ampere, questa va moltiplicata per i 220 Volt della tensione di rete. Dopo aver sommato i risultati ottenuti per ciascun apparecchio, si ottiene la potenza in VA che l’ups dovrà essere in grado di fornire.

I dati di tabella dei gruppi di continuità (UPS) riportano frequentemente il valore della potenza massima erogata espresso in voltampère (VA) piuttosto che in watt (W). Il motivo va ricercato nel modo di lavorare delle macchine elettriche operanti in corrente alternata.

In regime di corrente continua moltiplicando la tensione per la corrente si ottiene il numero della potenza veramente assorbita o ceduta, laddove si operi in corrente alternata tensione e corrente sono sfasate di un certo angolo e in questo caso il loro prodotto fornisce, istante per istante, il valore della potenza istantanea. Questa non coincide però con il valore della potenza utilizzabile per compiere lavoro elettrico, come avveniva nel caso stazionario.

Per i gruppi di continuità il fattore di potenza vale 0,6, così se la potenza massima apparente di un UPS è di 500 VA significa che questo è in grado di procurare una potenza massima effettiva di 300 W.

Normalmente in un gruppo di continuità la tensione di rete viene filtrata in ingresso dai vari disturbi per poi passare a un dispositivo elettronico che corregge automaticamente le oscillazioni di tensione. In questo modo, si evita che intervenga il gruppo batterie, prolungandone la durata. Dopo i dispositivi per la stabilizzazione della corrente, nell’ UPS troviamo un convertitore in grado di fornire la corrente continua alla giusta tensione per alimentare le batterie o, viceversa, di trasformarne e elevarne la corrente in caso di black-out. Un interruttore elettronico ha il compito di trasferire l’alimentazione dalla rete alle batterie quando necessario, in un tempo compreso fra i due e i quattro millisecondi.

Tipicamente sulla parte anteriore troviamo un tasto per l’accensione e lo spegnimento e quattro indicatori luminosi che indicano il funzionamento in rete o da batteria, la presenza di sovraccarichi o la necessità di sostituzione della batteria. Sulla parte posteriore, oltre alla spina per l’ingresso della corrente, trovano posto quattro prese per collegare i dispositivi da proteggere. Spesso ci sono anche delle prese RJ45 per proteggere il computer da eventuali sbalzi di tensione sulla lan.

Nei gruppo di continuità più accessoriati un selettore consente di stabilire entro quali limiti nelle variazioni di tensione si vuol far intervenire l’ups, per evitare sollecitazioni troppo frequenti alle batterie. Infine, una porta usb o una seriale consentono di collegare il gruppo al computer per lo scambio di informazioni e la gestione.

Quando non c’è alimentazione sufficiente dalla rete elettrica, il gruppo di continuità eroga l’energia necessaria. Collegando il computer via usb o porta seriale a intervalli regolari si è avvisati del funzionamento con le batteria da un segnale sonoro.

La durata delle batterie decresce con la vita operativa. Al termine di questa, circa 4 anni, è possibile sostituirle in loco o nei centri di assistenza, che si occuperanno anche del corretto smaltimento.

Per quanto riguarda i modelli, è possibile vedere questa guida sui migliori gruppi di continuità pubblicata su questo sito dove sono indicati alcune soluzioni possibili.

Category: Guide